Regime forfettario: come si calcolano reddito imponibile e imposte

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REGIME FORFETTARIO: COME SI CALCOLANO REDDITO IMPONIBILE E IMPOSTE

Hai la partita iva e sei in regime forfettario oppure hai intenzione di aprirla? Scommetto che tra i tuoi principali dubbi c’è il calcolo delle imposte.

Nessuna paura, in questo articolo andremo vedere in maniera chiara come si calcolano sia il reddito imponibile che le imposte per i contribuenti in regime forfettario.

Il regime forfettario è uno speciale regime fiscale che nasce nel 2016, e che permette a chi lo adotta di beneficiare di notevoli vantaggi, soprattutto per chi è alla prima esperienza con la partita iva. Per tale motivo, ancora oggi nel 2023 è una delle opzioni più utilizzate dalle giovani partite iva.

Ricapitoliamo brevemente quali sono i vantaggi del regime forfettario:

  • Non si applica l’Iva in fattura.
  • I liberi professionisti non applicano la ritenuta d’acconto in fattura.
  • I commercianti possono richiedere la riduzione dei contributi fissi Inps del 35%.
  • I forfettari godono di diverse semplificazioni contabili e dichiarative.

Ma torniamo a quello che probabilmente è il miglior vantaggio del regime forfettario, ovvero la tassazione agevolata. Prima di calcolare le imposte però, dobbiamo calcolare il reddito imponibile, ovvero quella quota di ricavi che sarà sottoposta a tassazione.

Vediamo insieme questo semplice calcolo.

REGIME FORFETTARIO: IL CALCOLO DEL REDDITO IMPONIBILE

Come dicevamo, il reddito imponibile rappresenta quella quota di ricavi che sarà sottoposta a tassazione. Ma come si calcola? Per poterlo calcolare abbiamo bisogno di un semplice dato, ovvero il Codice Ateco associato alla nostra partita iva. Una volta individuato il codice ateco infatti, potremo facilmente ricavare il coefficiente di redditività, ovvero quella quota di ricavi su cui andremo ad applicare l’aliquota di tassazione.

Ecco i principali Codici Ateco con i relativi coefficienti di redditività, suddivisi per tipologia di attività:

  • Industrie alimentari e delle bevande  | Gruppi  Codici Ateco(10-11)  | Coefficiente redditività 40%.
  • Commercio all’ingrosso e al dettaglio  |  Gruppi Codice Ateco 45- (da 46.2 a 46.9) – (da 47.1 a 47.7) – 47.9  |   Coefficiente redditività 40%.
  • Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande | Gruppi Codici Ateco    47.81 | Coefficiente redditività 40%.
  • Commercio ambulante di altri prodotti | Gruppi Codici Ateco 47.82-47.89  |  Coefficiente redditività 54%.
  • Costruzioni e attività immobiliari | Gruppi Codici Ateco  (41-42-43) – (68) | Coefficiente redditività 86%.
  • Intermediari del commercio | Gruppi Codici Ateco  46.1 | Coefficiente redditività  62%.
  • Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione | Gruppi Codici Ateco (55-56) Coefficiente redditività 40%.
  • Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi | Gruppi Codici Ateco  (64-65-66) – (69-70-71-72-73-74-75) – (85) – (86-87-88) | Coefficiente redditività 78%.

REDDITO IMPONIBILE: ESEMPIO DI CALCOLO

Ora che abbiamo visto come si individua il coefficiente di redditività per ciascun Codice Ateco, proviamo a fare un esempio. Il signor Mario Bianchi svolge l’attività di social media manager, con il Codice Ateco 73.11.01 (ideazione di campagne pubblicitarie) ha conseguito nell’anno precedente ricavi per 25.000 euro.

Quindi avremo:

Codice Ateco: 73.11.01

Coefficiente di redditività: 78%

Ricavi: 25.000 Euro

Per individuare il reddito imponibile quindi, dovremo moltiplicare i ricavi per il coefficiente di redditività:

Reddito Imponibile: 25.000 euro * 78%= 19.500

Quindi Mario Bianchi avrà un reddito imponibile di 19.500 euro.

Nota bene: I ricavi utilizzati per calcolare il reddito imponibile non corrispondono al fatturato, bensì ai ricavi effettivamente percepiti. Se ad esempio il Sig. Bianchi avesse fatturato nel corso dell’anno 25.000 euro di cui solo 20.000 effettivamente incassati, allora i ricavi da moltiplicare per il coefficiente di redditività sarebbero stati pari a 20.000 euro. Questo perché nel regime forfettario vige il regime di cassa.

Ma perché non vengono tassati tutti i ricavi percepiti dal sig. Bianchi? Cerchiamo di capirlo con un approfondimento sui costi che un contribuente forfettario può dedurre.

REGIME FORFETTARIO: COSA SI PUO’ “SCARICARE”?

Una della domande più frequenti che i miei clienti in regime forfettario mi fanno è:

“Dottore ma i costi che sostengo per la mia attività non li posso scaricare?”

E molto spesso rimangono sorpresi quando rispondo di no.

Ma perché i forfettari non possono “scaricare” nulla? I contribuenti forfettari non possono dedurre (questo è il termine corretto) i costi sostenuti perché gli vengono già riconosciuti dei costi determinati in maniera forfettaria.

Ritornando all’esempio di prima infatti, il Sig. Bianchi vede tassati solo 19.500 euro invece che 25.000 proprio perché i restanti 5.500 gli vengono riconosciuti come costi, a prescindere che tale somma sia stata effettivamente spesa oppure no.

Ma quindi non c’è nessuna eccezione a questa regola?

Sebbene per i forfettari non sia possibile dedurre i costi dell’attività ne detrarre i costi di natura personale (es. spese mediche), esiste una singola eccezione, ovvero i contributi previdenziali. Infatti, i forfettari possono dedurre dal reddito imponibile i contributi previdenziali pagati nel corso dell’anno.

REGIME FORFETTARIO: LE ALIQUOTE DI TASSAZIONE

Abbiamo capito come si determina il reddito imponibile per i forfettari, ma le imposte? Per i contribuenti in regime forfettario a differenza dei contribuenti in contabilità semplificata, si applica un’unica aliquota di tassazione agevolata del 15%.

Infatti, coloro che sono in contabilità semplificata hanno aliquote per scaglioni che vanno dal 23% al 43% in base al reddito, una bella differenza!

Inoltre, le partite iva in regime forfettario che per la prima volta stanno avviando la loro attività, hanno una ulteriore agevolazione, ovvero l’aliquota di tassazione al 5% per i primi 5 anni.

Quindi, tornando all’esempio precedente, ipotizzando che il sig. Bianchi si trovi al primo anno di attività, allora l’imposta sostitutiva da versare sarà pari a:

Imposta sostitutiva: 25.000 *78%*5%=975 Euro

Mario Bianchi dovrà quindi versare 975 euro di imposta sostitutiva Irpef su 25.000 di euro di ricavi, davvero niente male!

REGIME FORFETTARIO: I CONTRIBUTI PREVIDENZIALI

Oltre all’imposta sostitutiva Irpef, i forfettari dovranno poi versare i contributi previdenziali, ovvero quelle somme destinate poi ad alimentare la futura pensione.

Come si calcolano questi contributi? Dipende dalla tipologia di attività svolta:

LIBERI PROFESSIONISTI SENZA CASSA

I liberi professionisti senza cassa versano i contributi previdenziali alla gestione separata Inps. I versamenti devono essere effettuati con le stesse scadenze previste per il versamento delle imposte, e si calcolano applicando l’aliquota del 26,23% sul reddito imponibile.

LIBERI PROFESSIONISTI CON CASSA

I liberi professionisti con cassa di previdenza versano i contributi seguendo le regole specifiche della propria cassa di previdenza. Ad esempio gli avvocati versano seguendo le scadenze e gli importi previsti dalla Cassa Forense.

ARTIGIANI E COMMERCIANTI

Artigiani e commercianti versano i contributi all’Inps nella loro specifica sezione. Nello specifico versano dei contributi fissi trimestrali di 995 euro (i forfettari possono richiedere la riduzione del 35%) sul reddito minimale. Superato il reddito minimale di 16.243 euro, si versa il contributo del 25,48% sull’eccedenza.

REGIME FORFETTARIO: UN ESEMPIO COMPLETO

Ora che abbiamo tutti gli elementi per calcolare le imposte e i contributi previdenziali di un contribuente in regime forfettario, proviamo a fare un esempio completo utilizzando sempre come riferimento l’attività svolta dal sig. Bianchi, social media manager con 25.000 euro di ricavi conseguiti nel corso dell’anno. Quindi avremo:

Ricavi incassati nell’anno: 25.000 euro.

Coefficiente di redditività: 78%.

Aliquota sostitutiva: 5%.

Aliquota INPS gestione separata: 26,23%.

Imposta sostitutiva: 25.000 *78%*5%=975 Euro

INPS gestione separata: 25.000*78%*26,23%=5.114,85 Euro

Quindi, per l’annualità in oggetto, Mario Bianchi dovrà versare 975 euro a titolo di saldo imposta e 5.114,85 euro a titolo di contributi previdenziali, per un totale di 6.089,85 Euro.

NB: In questo esempio Mario Bianchi si trova nel primo anno di regime forfettario, quindi applica per i primi cinque anni l’aliquota del 5%. Per semplificare l’esempio non si tiene conto degli acconti, che ad ogni modo non sono di competenza dell’anno in oggetto ma di quello successivo.

REGIME FORFETTARIO: CONCLUSIONE

Quindi come abbiamo visto, il regime forfettario presenta numerosi vantaggi, specialmente in presenza di determinate condizioni. Ad esempio nel caso di professionisti o freelance che stanno aprendo per la prima volta la partita iva e non sostengono costi ingenti, tale regime non ha rivali sia dal punto di vista della tassazione che quello della semplicità di gestione.

Sei ancora indeciso e non sai se il regime forfettario è quello più adatto a te? Contattami e richiedimi una prima consulenza gratuita o un preventivo compilando il modulo presente nella pagina. Se invece vuoi conoscere la tariffa professionale che applico per i miei clienti in regime forfettario puoi visitare questa pagina.

Io sono Marco Acierno, Dottore commercialista di roma. Gestisco diverse tipologie di clienti in regime forfettario. Valuteremo insieme la tua attività o il tuo progetto di business e ti indirizzerò verso la scelta fiscale e organizzativa più adatta alle tue esigenze.

Ti aspetto in consulenza!

Immagine di Marco Acierno

Marco Acierno

Laurea magistrale in Economia Aziendale
Dottore Commercialista iscritto presso l'Albo di Roma

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